La "Terra dei Sorrisi" al momento non sorride affatto. Un paese rinomato per la sua bellezza, per la sua storia e per l'ospitalità dei suoi abitanti sta soffrendo per una guerra civile che ne mina la stabilità. La capitale Bangkok è teatro di scontri da ormai due mesi. La tensione tra i sostenitori del governo e l'opposizione continua a salire, e c'è paura che la situazione sfoci in qualcosa di più grave - e pericoloso - delle semplici manifestazioni.
Proprio oggi, il rumore degli spari è risuonato per le strade di Bangkok, e in molti sono rimasti feriti. Non è chiaro chi abbia avuto la peggio, ma è innegabile che le elezioni che si terranno domenica sono seriamente a rischio. Se lo scopo del movimento anti-governativo è quello di sabotare i seggi quanto più possibile, i sostenitori del governo si battono per mantenere la stabilità e tenere la situazione sotto controllo, un compito che diventa ogni giorno più duro.
Ho avuto modo di visitare la Thailandia in più di una occasione, e non riesco a credere a quello che stia accendo. Il tempo che ho passato lì è sempre trascorso pacificamente, non ho mai avuto motivo di sentirmi in ansia o agitato. Quando hai a che fare con i thailandesi, hai sempre la sensazione di essere in buone mani. Ogni persona che ho incontrato era curiosa di ascoltare la mia storia, sempre aperta verso il mondo circostante, sempre pronta a divertirsi. La Thailandia attrae milioni di visitatori, non solo grazie ai diversi siti archeologici, ma soprattutto per l'ospitalità della gente del luogo. Non a caso, ripensando alla Thailandia, il primo pensiero che viene in mente è legato agli abitanti del luogo. È davvero la terra dei sorrisi.
Quando leggo le ultime notizie provenienti da quei luoghi, non posso che provare a contribuire ad una risoluzione pacifica dei conflitti. Spero che condividere sui social media il mio desiderio di pace incentivi altre persone al mondo a fare lo stesso, scrivendo blog di denuncia verso chi pratica violenza. Dobbiamo usare la nostra abilità con i social media per dare il via ad una campagna mediatica che protegga i thailandesi dal subire ulteriori violente. Dobbiamo usare l'alfabetizzazione digitale per incoraggiare - e spingere - i leader in carica a trovare una soluzione per porre fine al conflitto. Dobbiamo promuovere la comunicazione senza confini, a favore dei milioni di persone che non vogliono che la situazione degeneri ulteriormente.
La Thailandia è spesso considerata uno dei paesi più armoniosi al mondo. Moltissimi visitatori si innamorano della sua bellezza, tornando a casa con ricordi indimenticabili. Trovo ironico che le due fazioni del conflitto siano state identificate con i due colori più comuni del paese: il giallo e il rosso. Le "camicie gialle - il movimento anti-governativo - e le "camicie rosse" i sostenitori del governo - combattono gli uni contro gli altri per far prevalere il proprio credo, ignorando il fatto che l'unione dei loro colori - l'arancio - rappresenti il colore delle tuniche dei loro leader spirituali... i monaci Buddisti, così essenziali per le radici culturali di questo paese. Vi prego, thailandesi, smettetela di combattere, date ascolto ai vostri cuori. CI sono modi migliori di spararsi a vicenda, per risolvere una disputa politica.
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Giacomo Cresti