Natsume Sōseki è uno degli scrittori che più di ogni altro è considerato come esemplificativo dello spirito dell'era Meiji. Perché questo periodo storico è stato così rilevante per la letteratura giapponese, nonché per il Giappone stesso?
L’era Meiji 明浮籐 (1868 – 1912) [non bisogna dimenticare come in Giappone le epoche prendano il nome dall'Imperatore regnante] vide susseguirsi una serie di cambiamenti rapidi e radicali e scosse nel profondo quelle che erano le tradizioni radicate nel Giappone; ogni aspetto della vita politica, economica e culturale venne ridiscusso criticamente sotto la spinta dell’occidentalizzazione. La Restaurazione Meiji fu una “rivoluzione dall’alto”, in quanto non scaturì dalla tensione fra classi dotate di consapevolezza politica, ma fu portata avanti da un’oligarchia che, sfruttando le recenti tensioni con l’Occidente, governò il processo di transizione capitalistica. Essa portò ad una radicale trasformazione dello stato giapponese e alla transizione dell’economia verso un sistema capitalistico. La modernizzazione dello stato andò di pari passo con l’apertura verso l’Occidente; dopo anni di chiusura al mondo esterno, l’oligarchia Meiji si ispirò ai progressi stranieri in campo scientifico, tecnologico e culturale per operare un rapido rinnovamento del paese.
L'imperatore Meiji
L’occidentalizzazione, tuttavia, inizialmente non penetrò in profondità nella società giapponese ma si concentrò nelle istituzioni politiche e nelle riforme economiche, punti fondamentali per permettere al Giappone di muovere i primi passi sulla scena internazionale. Il modello occidentale non venne imitato in maniera acritica, ma fu sempre sottoposto ad un adattamento strutturale ai valori della società giapponese; questo vale anche per la letteratura Meiji, in cui gli influssi internazionali vennero mediati da una tradizione letteraria autoctona, dando così origine a forme letterarie peculiarmente giapponesi, come lo Shishōsetsu 私寒説, “romanzo dell'io”.
Alcune stampe dell'epoca che vedono raffigurati i progressi tecnologici Giapponesi
Rispetto al periodo Edo, cambiò radicalmente lo status stesso della letteratura e, di conseguenza, degli scrittori. Indispensabile a tal fine fu la conversione del Giappone ad un’economia di tipo capitalista, che fra le varie conseguenze ebbe il passaggio dalla stampa xilografica su blocchi di legno a quella di tipo occidentale, di più facile diffusione; grazie alla conseguente espansione della pubblicazione di libri e riviste e all'influenza della cultura europea, in cui la letteratura occupava un gradino elevato nella scala dei valori, la posizione sociale degli scrittori crebbe tanto da permettere la formazione della figura dello scrittore professionista, un fenomeno inedito per il Giappone. In precedenza, a causa della difficile circolazione delle opere letterarie e dei guadagni limitati, era difficile dedicarsi esclusivamente alla scrittura; in queste circostanze più favorevoli, si affermò sempre di più nella società la figura dell’intellettuale dedito, per vivere, esclusivamente alla scrittura e ai propri studi.