Uno degli artisti di musica pop italiana alternativa degli ultimi anni che apprezzo maggiormente è senza dubbio Brunori Sas (alias Dario Brunori): artista ironico, estroso e dotato di un'ottima vena compositiva sia a livello musicale (da non sottovalutare assolutamente i suoi arrangiamenti, si ascolti ad esempio l'inciso dell'orchestrina dal sapore jazzy e volutamente retrò di "Paolo"), sia a livello dei testi che sono lo specchio dell'Italia di oggi, della crisi che attraversiamo da qualche anno (non a caso ha intitolato il suo secondo album del 2011 “Vol. 2 - Poveri Cristi), della gente comune “che sogna di comprare tutto e si accontenta di niente" (“Lei, Lui, Firenze”).
Da tematiche e preoccupazioni quotidiane (il mutuo, la mania per il gratta e vinci che può portare ad indebitarsi, le difficoltà nel trovare un lavoro), Brunori Sas riesce a scrivere delle ottime canzoni che ti si attaccano addosso e non ti lasciano più. Ovviamente nelle sue canzoni non si parla solo di questo, c’è anche spazio per l’ironia, il ricordo, la nostalgia, regalandoci personaggi e quadri indimenticabili: il dandy bohemien che da adolescente passa il tempo sul muretto a scrivere poesie, mentre gli altri amici giocano a pallone; l’imprenditore, talmente preso dal proprio lavoro da non accorgersi che la felicità sta nelle piccole cose (anche chi ha solo quattro denti in bocca sorride più di lui); l’emigrante calabrese, diretto a nord per trovare un lavoro e coronare il suo sogno d’amore con Rosa (con tanto di sorpresa finale).
Tutte storie, queste e molte altre, narrate con leggerezza, con mezzo sorriso (l'altro deve servire a farci riflettere) e con la voglia di farci partecipi.
Bravo, Giovane Dario, aspettiamo tutti con impazienza il Volume 3.
