Non si può certo parlare di "one-hit wonder" di un artista che ha venduto milioni di dischi e ha vinto pure un Oscar per la migliore canzone da film con "Arthur's Theme (Best That You Can Do)”, ma indubbiamente Christopher Cross avrebbe potuto fare molto di più nel corso della sua carriera, visti gli inizi col botto. E per "botto", non mi riferisco soltanto ai numeri di cui sopra (non mi sono mai fatto impressionare troppo dai numeri e dall'equazione dischi venduti=qualità del prodotto), ma soprattutto ho in mente l’eccellenza del songwriting e degli arrangiamenti del suo omonimo esordio del 1979, il disco con la copertina del fenicottero rosa su sfondo verde. L’album conteneva in effetti varie perle, una più preziosa dell'altra, a partire dalla celeberrima "Sailing", il cui intro orchestrale e l’arpeggio di chitarra, da ragazzo, mi inducevano spesso in errore, sentendo il brano alla radio senza essere annunciato, e mi chiedevo ogni volta: "Sarà l’inizio di Sailing o di Teorema (Marco Ferradini)?”
A parte le facezie, devo dire che è stato uno degli album che ho ascoltato di più negli anni, non mi ha mai stancato, e confesso che in realtà di quell'album amavo (e amo) in particolare due canzoni meno famose di "Sailing" o "Ride Like The Wind" (l'altra super-hit dell'album): "Poor Shirley" e "Minstrel Gigolo". A 12 anni non parlavo bene l’inglese (lo stavo semplicemente imparando alla scuola media), ma avevo intuito che i testi non fossero molto allegri (al "poor" del titolo c’ero arrivato anch'io, e anche altre parole contenute nel brano come “tears” e “pain” non lasciavano presagire niente di buono) e pensavo che parlassero di uomini che trattano male le donne, che le fanno soffrire per amore, che le illudono di una passione eterna, e poi le mollano (a posteriori, posso dire di avere un po’ travisato il significato delle canzoni, ma allora non lo sapevo). Dunque, ascoltate in questo contesto, ogni volta queste due canzoni mi mettevano in uno stato di piacevole malinconia, e adoravo la struttura musicale di Minstrel Gigolo, con gli accordi di pianoforte drammatici martellati con forza e intensità che modellavano la struttura ritmica del brano, con quei bei ricami chitarristici e l'assolo di sax finale, e soprattutto quei versi ripetuti in crescendo, in modo sempre più convincente e arrabbiato, che poi da più grande ho finalmente capito essere:
And when you start to sing
You will be their everything
And when you start to sing
Every woman will open up her heart
And let you in
Da lì, ho rafforzato ancora di più la convinzione che la musica possa entrare nei cuori delle persone, più di ogni altra cosa al mondo, e non abbandonarle mai più.