L'amore dei due adolescenti è un sentimento forte e incondizionato, guidato dalla voglia di scoprirsi insieme, e di vivere una vita dedicata all'altro, con una semplicità che non cerca un doppio fine nel rapporto. Il dolore che Sakutaro prova alla scomparsa di Aki è una sensazione fuori dal comune, un senso di vuoto infinito, la fine della propria vita, insieme a quella della sua amata. I ricordi, così vividi e forti, sanguinano nella mente del protagonista, sfinito e affranto.
Anche questo è un aspetto del libro che mi ha colpito: tutti nella nostra vita proviamo quest'esatto senso di angoscia, e l'età non ha nessuna implicazione su questo. Il dolore, l'amore, la speranza, sono sentimenti propri di ogni essere umano, e ho apprezzato molto il fatto che la storia sia stata basata su dei ragazzi, non su degli adulti, così da sottolineare che di fronte a certe esperienze siamo tutti uguali, a prescindere dalla nostra età.
La forza necessaria per superare una perdita non è dote di tutti, ma questo non rappresenta un difetto, ma è dovuta bensì alla sensibilità che ogni individuo ha. Il nostro cuore rimane sempre legato alla persona che amiamo, anche quando questa non è vicina a noi: ciò non è riferito solo alla morte, ma anche alla distanza, che è caratteristica di molti rapporti.
Ma ciò non indebolisce i sentimenti, che rimangono forti e vivi se erano veri fin dall'inizio. Il modo di scrivere dell'autore è fresco, giovane e ben comprensibile. Riesce molto bene a trasmettere al lettore i sentimenti provati dai protagonisti, sia che questi siano negativi come il dolore o positivi come l'amore e il rispetto.
Questa è un'altra caratteristica che emerge dal romanzo: il rispetto per l'altro. I due protagonisti non hanno mai forzato l'altro ad azioni che non volevano compiere: c'era sempre il pieno rispetto per le scelte altrui. Mi sento di consigliare vivamente questo libro, che infatti in Giappone è un best seller, e posso capirne bene i motivi.
Ognuno di noi dovrebbe trovare il giusto tempo da dedicare alla persona amata, perché non è qualcosa a noi dovuto o un bene che durerà per sempre: le persone se ne vanno, e dobbiamo esser capaci a trarre il meglio anche dalle situazioni drammatiche, così da non cadere in vortici di vita decisamente peggiori.
Post originale di Aryma