“E anche questo Natale… se lo semo levato dalle… “
Chi ha visto “Vacanze di Natale”, il film di Carlo Vanzina del 1983, conosce certamente il finale di questa frase pronunciata dall’avvocato Giovanni Covelli, alias Riccardo Garrone, durante una delle sue scene più celebri. Per chi si fosse perso questa perla della cinematografia italiana degli anni ’80 (possibile?), capostipite di tutti i “cine-panettoni” degli ultimi trent’anni, il concetto espresso è il seguente, parafrasandolo in modo più elegante e edulcorato dell’originale (ma privandolo della resa comica cinematografica): “Anche questo Natale è passato.”
Comunque la si pensi sul Natale, attribuendogli o meno un significato religioso, una cosa è certa: esso ha ispirato e continua a ispirare centinaia e centinaia di canzoni (per non parlare di film, cartoni animati e fumetti) di ogni parte del mondo. Tralasciando i vari Michael Buble Gum e compagnia bella che ci hanno basato una carriera intera, mi piacerebbe menzionare e farvi conoscere un artista che rispetto al Natale ha senza dubbio un approccio molto sincero e ispirato: l’ottimo Sufjan Stevens, songwriter indie-folk americano, che ha all’attivo – a parte i capolavori della sua discografia regolare quali “Seven Swans” e ”Illinois” – ben due cofanetti dedicati al Natale (“Songs for Christmas” e “Silver & Gold: Songs For Christmas, Vols. 6-10”).
Oltre ad alcune canzoni tradizionali, ovviamente cotte e cucinate in puro stile Sufjan Stevens con il banjo tra gli ingredienti principali, l’ampia raccolta comprende anche canzoni originali scritte per l’occasione. Più che i singoli brani, occorre senza dubbio citare il valore complessivo dell’opera, fatta con spensieratezza e amore artistico, non certo per incrementare i guadagni personali con uscite discografiche ad hoc.