I CHROMATICS INCONTRANO NEIL YOUNG: L’AFFASCINANTE MONDO DELLE COVER MUSICALI

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Non me ne vogliano i fan di Neil Young, lo zoccolo dei “duri e puri”, ma ritengo la cover che i Chromatics hanno fatto di “My My, Hey Hey (Out of the Blue)”, per l’occasione ribattezzata “Into the Black”, una delle cose più belle del 2012. Facile, direte voi: basta prendere una canzone immortale, riarrangiarla un po’, e il gioco è fatto.  In parte è vero, in parte no. Ovviamente il 70% della riuscita di una cover dipende dalla materia prima, ma il resto deve mettercelo l’artista che decide di prendere in prestito una canzone altrui (giro di parole per definire giustappunto una cover).
L’approccio ad una cover può essere di vari tipi. Ci sono artisti che si accontentano di eseguire il brano in forma quasi identica all’originale (come dicevo sopra), e altri che lo fanno davvero proprio, l’adattano al proprio stile musicale e ci regalano emozioni nuove. Spesso le magie, i risultati più sorprendenti, si riscontano proprio dove mondi e universi musicali lontanissimi si scontrano per partorire qualcosa di totalmente diverso. Oltre all’esempio citato sopra (un Neil Young totalmente acustico e scarno, trasformato in qualcosa di multi-stratificato dal punto di vista sonoro, con inserti rilevanti e delicati di tastiere, senza tuttavia intaccarne minimamente la leggerezza), a pelle, mi vengono in mente la bellissima cover di Tori Amos della celeberrima “Smells Like Teen Spirit”, inno rock chitarristico per eccellenza (dei Nirvana, ma che ve lo dico a fare…), violentato (in senso buono) sotto i tasti del suo pianoforte, totalmente “dechitarrizzato”, e rallentato ad arte per farne una sorta di ballata.

Operazione simile di scarnificazione (abbassiamo il volume, togliamo la batteria elettronica e tutti gli orpelli), è stata fatta dal meno conosciuto Gary Jules (almeno in Italia, con tutto il rispetto per l’artista) con nientepopodimeno che “Mad World”, gioiello new-wave dei Tears For Fears, tra i grandi degli anni ’80 nella classifica del mio cuore. Forse presentata così non vi dirà molto, ma se avete visto e amato “Donnie Darko” come il sottoscritto, non può esservi sfuggita la canzone a commento delle scene finali del film: ecco, quella era “Mad World” secondo Gary Jules (tanto di cappello per l’intuizione di arrangiarla con voce e pianoforte, e complimenti per la bella voce).

Non mi dilungherò ulteriormente: per sviscerare questo tema adeguatamente, ci vorrebbero tanti altri blog (perché no?), ma al momento, per chiudere, devo citare Johnny Cash che nel 2002 ha fatto una cover più bella ed emozionante dell’originale (sempre a mio sindacabile giudizio), una versione definitiva del brano: la splendida “Hurt” di Trent Rezonor (alias Nine Inch Nails), quanto di più distante possa esserci dalla musica country del compianto Johnny. Ora basta parole, riascoltiamole.

https://www.facebook.com/CHROMATICSBAND

http://www.toriamos.com/

http://www.garyjules.com/

http://www.filmannex.com/movie/donnie-darko/7949



About the author

SimoneMoretti

Graduated in Political Science at the University "Cesare Alfieri" of Florence, I worked with Deluxe Digital Studios for over 12 years. I worked in various capacities in the Translation Scheduling Coordination Department, starting as Scheduling Coordinator and rising through the department to Assistant Supervisor. Currently a freelance translator specialized in…

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