I TRAVIS SI RIPRENDONO LA CATTEDRA DELL’INDIE-POP

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Dopo tanti discepoli più o meno dotati che si sono affacciati alla ribalta dell’indie-pop negli ultimi 10 anni  e oltre (Keane e Coldplay in primis), era ora che si rifacessero vivi anche i capiscuola (per non dire i maestri) della materia. Ci hanno pensato bene prima di accettare di nuovo l’incarico, si sono presi il loro tempo, ma alla fine i Travis (di loro stiamo parlando, il cui nome, per Wikipedia , sarebbe ispirato al protagonista del film Paris, Texas, di Wim Wenders. E io che pensavo al Travis di Taxi Driver…) ce l’hanno fatta: proprio in questi giorni di settembre, Fran Healy e soci hanno rilasciato il loro nuovo album intitolato “Where You Stand”.

Dopo un inizio di carriera fulminante, con la tripletta in crescendo di “Good Feeling” (1997), “The Man Who” (1999) e “The Invisible Band” (2001) i nostri amici scozzesi si erano, in effetti, un po’ persi. Il successivo “12 Memories” (2003) non aveva convinto del tutto la critica e il pubblico (a me era piaciuto, se non in toto, almeno in gran parte), e da allora non erano più riusciti a risollevarsi del tutto.

E ora, come dicevamo, eccoli di nuovo in pista. Dai Travis non mi sono mai aspettato dei colpi di genio o delle canzoni dalla struttura complessa, ma neanche sarebbe giusto pretenderlo. È giusto che ognuno faccia il proprio mestiere e produca quello di cui eccelle: nel loro caso, delle squisite canzoni pop, con dei bei ritornelli, ben suonate e, se possibile, qualche brano che possa assumere lo status di classico (al pari delle vecchie “Writing to Reach You”, “Why Does It Always Rain on Me?”, “Sing”). Difficile capire fin da ora quali canzoni di questo nuovo album abbiano questi requisiti, potendo eventualmente rimanere scolpite nel cuore dei fan o entrare nel “best of” della discografia dei Travis.

Quello che è certo è che si tratta di un album godibilissimo da ascoltare tutto d’un fiato dalla prima all’ultima traccia (se possibile, vi consiglio di procurarvi l’edizione deluxe che contiene 2 bonus tracks di pregevole fattura, inspiegabilmente escluse dalla versione “basic” dell’album), che scorre via senza alcun affanno.

Non sarà uno dei 10 album dell’anno “del mio taccuino personale” (omaggio al giornalista Rino Tommasi, di tennistica memoria), ma senza dubbio un graditissimo ritorno per la musica indie-pop.

http://www.travisonline.com/

http://www.filmannex.com/movie/paris-texas-film/12666

http://www.filmannex.com/movie/taxi-driver/15822



About the author

SimoneMoretti

Graduated in Political Science at the University "Cesare Alfieri" of Florence, I worked with Deluxe Digital Studios for over 12 years. I worked in various capacities in the Translation Scheduling Coordination Department, starting as Scheduling Coordinator and rising through the department to Assistant Supervisor. Currently a freelance translator specialized in…

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