Purtroppo, come già evidenziato in uno dei miei blog precedenti, mi capita raramente di parlare e di scrivere di musica italiana indie-rock e dintorni per svariati motivi (che non ripeterò qui per non annoiarvi: se mai vi voleste rinfrescare la memoria, vi rimando giustappunto a quanto scritto in questa occasione: http://www.filmannex.com/posts/blog_show_post/il-santo-niente-il-naufragar-m-dolce-in-questo-mare-tranquillitatis-dellindie-rock-italiano/74794
Qualche giorno fa, però, mi sono imbattuto (= acquistato CD) nell’ultimo album dei Julie’s Haircut (che, a dispetto del nome, sono italianissimi: Luca Giovanardi, Nicola Caleffi, Andrea Rovacchi, Andrea Scarfone, Ulisse Tramalloni) intitolato semplicemente – si fa per dire - “Ashram Equinox”. Per i due o tre che non lo sapessero, “Ashram” (lo dice la parola stessa, per chi mastica un po’ di sanscrito) significa “protezione”, ma anche luogo di meditazione, di ritiro spirituale; “Equinox” invece si riferisce all’equinozio, dunque a una proiezione astrale dell’io interiore. Date queste premesse, il tema del disco (interamente strumentale, diciamolo subito) è improntato a una “musica per la mente e per l’anima”, come ha detto di recente la band in un’intervista rilasciata alla rivista “Il Mucchio”.
E in effetti è proprio così. Concepita come una suite unica divisa in varie tracce, il consiglio è tuttavia quello di ascoltarla in un’unica soluzione e tutta d’un fiato, dall’inizio alla fine e senza distrazioni, per non interrompere il percorso emotivo in cui ci troveremo immersi fin dalle prime note. Si tratta di musica ipnotica, adatta allo scopo per il quale è stata concepita, molto avvolgente, con una perfetta commistione tra elettronica, psichedelia, jazz ed elementi etnici, la colonna sonora perfetta di un film non ancora girato che molto piacerebbe ai Boards of Canada.
Dalla stessa intervista su “Il Mucchio” (sempre sia lodata questa rivista), apprendo che nel febbraio 2014 dovrebbe avvenire il lancio a livello europeo di questo album, distribuito da “Rough Trade”: auguro dunque ai Julie’s Haircut tutto il successo che si meritano per avere ideato un’opera tanto ambiziosa quanto godibile e fruibile. Siamo sempre pronti a incensare le opere straniere, ma per una volta ogni tanto, giù il cappello alla musica indie italiana.
http://www.filmannex.com/posts/blog_show_post/boards-of-canada-musica-per-la-mente/66305