Con la scadenza di ieri sera possiamo dire di essere arrivati definitivamente al secondo default dello stato argentino dopo quanto accaduto con la crisi del 2001.
Dopo detta crisi il debito era stato ristrutturato nel 2005 e nel 2010, da allora oltre all'allungamento delle scadenza, periodicamente venivano effettuati i pagamenti delle cedole delle obbligazioni.
Nello scorso mese di Giugno due Hedge Fund, possessori di titoli, tramite una sentenza di un Tribunale Americano obbligava lo stato argentino a rimborsare completamente obbligazioni che non rientravano nella ristrutturazione.
In questo mese di trattative, tra i fondi e il Governo Argentino, non si è riusciti a trovare l'accordo per detto rimborso e trascorso un mese dalla scadenza del pagamento delle cedole, automaticamente è scattato il nuovo default.
Questo fatto, per il momento, blocca il pagamento degli interessi a favore dei possessori delle obbligazioni.
Sicuramente la situazione attuale non facilita, anzi rallenta, la possibilità di sviluppo e uscita dalla recessione del paese, aumenta il costo per finanziarsi.
La mia opinione: Dopo il primo default, ben più problematico e che ha coinvolto centinaia di migliaia di risparmiatori, l'Argentina ha vissuto un periodo di crescita anche sotto certi aspetti superiore alla situazione economica reale.
Poi, come purtroppo sta accadendo sempre più spesso, la finanza ha soppiantato l'economia reale. Non si cerca mai di risolvere il problema alla radice, ma semplicemente di rallentare l'agonia.
Non ci sono pianificazioni, teste pensanti in grado di prendersi a cuore le sorti di un paese o di un'azienda. Ma solo soggetti che vogliono riempirsi le tasche a scapito deglia altri.
Si spera che questa nuova situazione, non scoraggi ulteriormente gli investitori e che non sia una forma di contagio sui mercati emergenti dell'area.
Questo non lo credo, ma questo fatto è la dimostrazione che il lupo perde il pelo, ma non il vizio.
Alla prossima...
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