Pier Paolo Pasolini tende a mostrare con realismo i propri personaggi, privandoli delle maschere proprie del loro retaggio di classe. Le immagini fornite sono quelle del mondo in cui lo scrittore stesso viveva, dipinti di una realtà ancora oggi attuale.
Pier Paolo Pasolini sul set di “Teorema”
In “Teorema” vi sono due macro figure femminili: la donna borghese, rappresentata da Lucia e Odetta, e la proletaria, rappresentata da Emilia. Per capire quale sia il pensiero dell'autore riguardo queste due diverse estrazioni sociali si può esaminare quale sia il destino delle donne: all'arrivo dell'ospite, il quale porterà nuovi valori sacrali nella famiglia borghese, le due donne borghesi a contatto con l'autenticità perderanno loro stesse e non riusciranno ad affrontare lo scandalo dato dell'esserglisi concesse. L'unica che riuscirà a riscattarsi sarà infatti solo Emilia, emblema di valori popolari e unica speranza per la società contemporanea, in quanto nei proletari si localizza la religiosità sacrale persa dalla borghesia. Ella riuscirà addirittura ad ascendere al cielo, sottolineando la completezza dei valori della donna.
Laura Betti (Emilia) in “Teorema”
La visione del regista è dunque duale perché la figura femminile assume diversi significati in base alla propria posizione sociale; la figura proletaria è vista come detentrice di valori e ha un destino di redenzione, mentre alla donna borghese spetta un destino di perdita. L'opinione che ha Pasolini nei confronti della classe sociale più elevata si ha anche dal modo di presentare e descrivere la donna stessa nel corso del libro (da cui è tratto il film), mentre nei confronti della serve traspare un senso di ammirazione; ciò dimostra come le donne aventi dei principi saldi possano riuscire nella vita.
Le donne non sono solo specchio del pensiero del regista, ma anche e soprattutto un ritratto di ciò che egli poteva notare nella vita e nella quotidianità.