Gli studenti di Geogetown si sono messi in fila a mezzanotte, prima dell'evento di venerdì tenutosi alla Gaston Hall nel campus principale di Georgetown in Washington DC. Il segretario di stato americano John Kerry, l'ex segretario di stato Hillary Rodham Clinton e la ex first lady Laura Bush hanno evidenziato l'importanza di questo evento, intitolato "Advancing Afghan Women: Promoting Peace & Progress in Afghanistan". L'evento era incentrato sulla profonda influenza che le donne afghane sono capaci di avere - e hanno - nel modellare il futuro del loro paese. Anche se molte di queste donne hanno compiuto incredibili passi avanti in Afghanistan, uno dei temi più discussi durante l'evento è stato la paura che questo processo possa essere invertito. Invece di stare fermi e continuare ad ammirare queste donne, è importante spingere sempre più verso il progresso, affinché il loro lavoro non venga perduto.
Mentre le truppe americane vengono ritirate dall'Afghanistan, le preoccupazioni di queste donne sono più che legittime. Laura Bush ha sottolineato l'importanza di non spostare, con le nostre truppe, anche la nostra attenzione per quelle zone. Anche Hillary Clinton ha detto la sua su quanto sia importante non trascurare questi problemi, ricordando inoltre alla leadership afghana che "tutti i sacrifici e i decenni di guerre e conflitti che hanno devastato il paese saranno stati inutili se non vi sarà un unico consenso su cosa debba accadere in futuro". Con l'avvicinarsi delle elezioni in Afghanistan, questo paese rimane un punto strategico nel cuore del Medio Oriente. Se si vuole che l'Afghanistan esprima il suo massimo potenziale, le donne afghane devono essere messe in condizione di esprimere il proprio. Il successo di una nazione dipende dal coinvolgimento delle donne nella società. Sia Clinton che Kerry hanno usato la metafora "donne e uomini sono due ali dello stesso uccello". C'è da dire che l'Afghanistan non può raggiungere nessuno dei suoi obbiettivi senza che entrambe le ali lavorino a pieno regime. Per le donne, ciò vuol dire avere voce in capitolo ed essere ascoltate. Kerry ha sottolineato come le società in cui le donne sono più emancipate siano sempre state e saranno sempre le più ricche e stabili. Il modo migliore per raggiungere l'emancipazione è dare voce alle donne e condividere le loro storie.
Kerry ha nominato una donna in particolare, incontrata in Afghanistan, che lotta per questi ideali. Roya Mahboob (http://www.filmannex.com/royamahboob) preme affinchè le autorità locali collaborino alla costruzione della sua software company, la Afghan Citadel Software Company. Non è la prima volta che sento parlare di Roya Mahboob. Ho avuto modo di conoscere la sua storia da un vecchio amico di famiglia, Francesco Rulli (http://www.filmannex.com/francesco). Il lavoro di Roya ha reso possibile l'accesso ad internet a migliaia di ragazze afghane. I suoi sforzi rendono possibile la connessione delle donne in Afghanistan con la comunità globale.
Anche se sono stati fatti molti passi avanti dell'educazione e nell'emancipazione femminile, c'è ancora molto da fare. Connettendo le donne alle altre comunità, tramite Internet, si dona loro una piattaforma comune dove possono lottare affinché le cose cambino e portare alla luce problemi che sarebbero in caso contrario ignorati.
Foto cortesemente offerta da Angela Shah
Come studente di digital literacy, ho una certa familiarità con il potere e l'influenza che Internet può offrire. Internet è sempre stato un luogo in cui le idee sono condivise e discusse. Per natura, siamo più forti quando siamo uniti. Le comunità globali vengono alla luce in un modo che sarebbe impossibile senza l'uso di Internet. La connettività ha un ruolo importantissimo per questi movimenti. Internet ha dato voce a qualsiasi persona ne abbia accesso. È il medium preferito dalla mia generazione. È l'arma perfetta di cui abbiamo bisogno - e di cui le donne hanno bisogno - per portare cambiamenti in Afghanistan e evitare che il processo in corso si fermi e che tutti i passi avanti fatti dalle donne afghane vadano perduti.
Jack Walla
Georgetown University