"Oltre l'Islam e la mancanza di fede, si trova una "pianura deserta". Per noi, c'è un "desiderio" nel mezzo di tale distesa. Chi conosce Dio e raggiunge questa pianura si prostrerà in preghiera. Poiché in questo luogo non esiste né l'Islam né la mancanza di fede, né qualsiasi altro "dove"."
                                                                                                                                                                                            Rumi

Siete mai stati giudicati per il vostro aspetto esteriore? Ad alcuni di noi sarà sicuramente capitato. È vero però che a volte, i vostri vestiti possono rivelare agli altri la vostra religione, la vostra cultura, i vostri sentimenti e molti altri fattori. Oggi ho visto un video su Jezebel a riguardo delle Hipster Musulmane, in cui diverse giovani musulmane, coperte dall'hijab, svolgono attività diverse - che raramente possono essere viste in alcune comunità musulmane. Fanno ad esempio skateboarding, biking, fencing e cercano in genere di divertirsi, come qualsiasi altra ragazza della loro età al mondo.

Si definiscono "Mipsterz" che cercano ispirazione dalla tradizione islamica delle sacre scritture, dei volumi di sapienza, dei poeti mistici, dei profeti, dei politici, degli Imam esoterici e da tutti gli essere umani alla ricerca di uno stato trascendentale di consapevolezza.

Per me, c'è un grande messaggio, dietro questo video. I vestiti che indossi non possono impedirti di svolgere delle normali attività e di goderti la vita. I vestiti che indossi non devono far pensare agli altri che tu sia debole, diverso e impossibilitato a fare ciò che gli altri fanno.

C'è da dire che la condizione delle ragazze musulmane cambia da paese a paese. Negli ultimi anni, in Afghanistan, è stato fatto molto per supportare le attività femminili, come ad esempio lo Skateistan - che offre un ambiente sicuro alle ragazze desiderose di imparare lo skateboarding.

Ogni singolo passo che è stato fatto per dare alle donne e alle ragazze un'immagine migliore - che sono sempre state viste come persone di seconda classe - è un atto coraggioso, da ammirare.

Qui sotto trovate la mia intervista a Hajer Naili - una giornalista musulmana franco-tunisina - che ci racconta come le donne possano usare i social media per promuovere le loro idee e i loro lavori.

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