Firenze, città nella quale sono nato e cresciuto, è sempre stata piuttosto avara nell’ospitare eventi e concerti di musica pop-rock, specialmente negli anni della mia adolescenza (anni ’80), e non so quante volte ho invidiato i milanesi e i romani per la loro fortuna di potere assistere a tutto il meglio che la musica internazionale potesse offrire. Diciamo che per Milano e Roma, a scapito di Firenze, riuscivo a farmene una ragione (già allora capivo che Roma era la capitale d’Italia e che Milano aveva molti voli diretti per le principali capitali europee, quindi, dal punto di vista organizzativo di una tournée, erano mete obbligate), ma quando leggevo di una band che faceva tappa a Modena (“Modena? Deve esserci uno sbaglio.”), Ferrara o Pesaro piuttosto che venire a Firenze (capitale dell’arte, culla del Rinascimento che ha dato i natali a Giotto, Dante e Leonardo Pieraccioni), be’, a quel punto mi arrabbiavo di brutto e me la prendevo con tutto e con tutti. Nonostante ciò, ogni tanto accadeva il miracolo: i Talk Talk e gli Style Council al Tenax (lacrimucce di nostalgia), gli Spandau Ballet al Palasport! Quasi. In effetti avevo il biglietto tra le mani, dopo ore di coda in via de’ Pucci con il mio vecchio compare di concerti Roberto Proni, ma poi la sf…ortuna si mise nel mezzo: quel bel biondone del sassofonista della band - Steve Norman - pensò bene di rompersi una gamba un mese prima della fatidica data del concerto fiorentino e andò tutto a monte. Con il cambio, a posteriori, ci guadagnai: con il rimborso del biglietto vidi Eric Clapton, ma al momento di apprendere la notizia dell’infortunio, onestamente, non credo che riuscii a fare i migliori auguri di una pronta e duratura guarigione all’incauto soffiatore di ottoni degli Spandau.
Purtroppo quella non fu l’unica mia delusione “concertistica” della mia carriera di spettatore: ricordo di un concerto annullato degli Yes per una laringite del cantante Jon Anderson, notizia appresa il giorno stesso del concerto sui binari della stazione ferroviaria di Santa Maria Novella mentre mi accingevo a salire sul treno per la trasferta… a Modena (esatto, proprio così); stessa sorte per Mick Jagger dei Rolling Stones (destinazione: Milano, Stadio di Sansiro) ma lì piansi meno: il biglietto era costato un botto e sinceramente ero stato un po’ trascinato dall’iniziativa di un mio ex-collega di allora e mi dispiacque più per lui che per me.
Per fortuna i Depeche Mode, altro miracolo fiorentino, il 26 novembre 1984 si presentarono puntuali e in splendida salute al Teatro Tenda (quello vero e originale) per uno show indimenticabile ed entusiasmante che ebbe un forte impatto sui miei gusti musicali presenti e futuri.