Nel corso della narrazione, il lettore si immedesima con il personaggio di John Savage, che sembra essere l’unico esente dal fanatismo dell’epoca in cui si trova. Attraverso il suo punto di vista ognuno può scrutare l’assurdità del mondo descritto e, di conseguenza, cercare di sfuggirne, di creare una distanza con un mondo intrinsecamente malato. Ma la storia nel romanzo non volge a favore di John: egli viene infatti sopraffatto dal fanatismo delle persone intorno a lui, fino a decidere di abbandonare la vita piuttosto che confondersi con gli altri. Il senso di sconforto accompagna la dipartita di John: vi è infatti la dimostrazione che l’unico personaggio non inserito nel fanatismo distopico è l’unico che va incontro ad un fallimento totale. Non conta quanto estenuante sia stata la sua battaglia: il potere vince sul singolo.
Questo può essere uno dei motivi per cui Brave New World non è stato benvisto da tutti: il lettore si sente disilluso e sconfitto, ed entrambe sono sensazioni che vorrebbero essere evitate. Non è concepibile che l’unico personaggio “sano” del romanzo venga distrutto così facilmente, come se i valori più puri valessero meno del fanatismo. La lezione che voleva essere trasmessa era, probabilmente, che anche se una persona è portatrice di idee giuste, quelle dei più le sotterreranno. È una lezione amara con cui fare i conti, ma che è tipica del genere in cui viene collocato il romanzo, ossia la distopia.